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Nel suo illustre passato, il palcoscenico scaligero ha fornito al mondo étoile e prime ballerine indimenticabili: da Grisi a Cerrito, da Taglioni a Zucchi, fino a Brianza, Legnani, Zambelli sono solo alcune icone della danza nell’800. Con la fama planetaria ottenuta dopo il debutto di Excelsior (1881), il più celebrato dei “grandi balli” di Luigi Manzotti, la Scala si proietta nel ‘900, pronta ad ospitare i grandi coreografi del firmamento coreutico che avrebbero contribuito alla continua crescita artistica della compagnia dell’illustre teatro. Si ricordano Fokine, Milloss e Massine; Balanchine, Petit e Béjart; e ancora Ashton, Cranko, MacMillan, Cullberg, Mats Ek, Neumeier, Kylián, Forsythe e Nureyev. Un’apertura all’Europa e all’America che si consacra negli anni 2000, con l’intervento di Preljocaj (Annonciation, 2002; Le Parc, 2006) e il ritorno di Forsythe e di Béjart, che ripristina il suo capolavoro del 1959, Le sacre du printemps. Con Amodio, Godani, Monteverde, Bigonzetti la Scala premia la migliore coreografia italiana, mentre contempla firme internazionali come quelle di Wheeldon, Bourne e McGregor.